Oggi conosciamo la storia e il talento di Eleonora, giovane Truccatrice.
Buona Lettura
«Signori» [Ippolit] prese a gridare a tutti, «il principe afferma che la bellezza salverà il mondo!»
L’Idiota, F. Dostoevskij
Ho sempre amato la creatività, l’immaginazione, la capacità di creare, seppur nella propria mente, mondi nuovi e sconosciuti; ho sempre ammirato, tuttavia, la razionalità, la logica, la capacità di risolvere problemi concreti.
In un certo senso, la mia anima è sempre stata separata fra queste due forze, questi due poli apparentemente opposti, ricercandoli ed inseguendoli, quando più l’uno, quando più l’altro.
Fin da piccola il secondo lato è stato in me lodato, spronato, e quindi validato, relegando volontariamente e non la mia creatività ad un piccolo angolo della mia personalità, a cui dedicare tempo solo nutrendola, e mai esprimendola apertamente.
Dopo aver passato tutta la mia giovinezza e la prima parte della mia età adulta dedicando il mio tempo ed il mio lavoro alla scienza, l’ambivalenza della mia anima ha cominciato a reclamare che anche la sua parte più imprevedibile, più “frivola” ma anche più accorata, venisse ascoltata, generando in me una vera e propria crisi identitaria. Tramite l’aiuto di professionisti, ma anche dell’appoggio di chi mi voleva bene davvero, ho capito che non v’era frivolezza nel voler dar corpo alla mia immaginazione, nel voler comunicare tramite l’esteriorità, nel creare bellezza (ed a volte orrore).
La mia vita ha finalmente trovato il suo più naturale scopo nel servire, con le mie idee ma anche con il mio impegno, la Musa dell’Arte, che tutto è purché frivola, poiché è essa che solleva gli spiriti, che accomuna le genti, che racconta storie racchiuse nell’eternità.
Nell’Arte, che ammiro in ogni sua forma e declinazione, ho trovato la mia vera vocazione, ciò che rappresenta un lavoro, ma anche un passatempo, una forza vitale, un modo per raccontare la mia realtà e allo stesso tempo scappare da essa, trasfigurando su carta o sulla pelle un carico che a volte diventa troppo pesante.
Ho accettato l’Arte dentro di me, e l’Arte mi ha liberata.
L’autoespressione, la possibilità di poter portare fuori ciò che è dentro sono sempre stati concetti fondamentali per me, e penso che poter esprimere il proprio sé, la propria personalità, i propri lati caratteriali e le proprie peculiarità in totale libertà, portandoli all’esterno con le nostre parole, con il nostro abbigliamento, con il trucco o l’acconciatura, sia uno dei più grandi diritti di cui qualsiasi essere umano debba poter disporre. Ed alfine è stato proprio questo a portarmi al mondo del trucco: un mondo per molti frivolo, ma che in realtà mi consente di esprimermi, di lasciare la mia piccola e personale impronta in questo mondo, di condividere quella che è la mia idea di bellezza, e sopratutto, di poter comunicare dei messaggi attraverso essa.
La bellezza, infatti, si dice che sia nell’occhio di chi guarda, ma a volte può essere perfettamente cristallizzata anche nell’orrore, nella tristezza, nel grottesco e nell’insolito.
Da studentessa di trucco, ho mosso finora solo pochi piccoli passi in questo grande mondo, ed il mondo del cinema è sicuramente quello che sento più affine a questa mia visione dell’esistenza e della bellezza, ed è il mondo che un giorno spero di poter chiamare mio.
E’ un mondo di visioni, ma sopratutto è un mondo che appartiene a grandi visionari, che con il loro genio e con la loro follia sono riusciti ad imprimere sulla pellicola tanto la realtà quanto la finzione.
Ed è questo che un giorno vorrei ritrovarmi a fare: creare bellezza, canonica nella sua piacevolezza allo sguardo, quando questa sia richiesta; bruttezza e orrore, quando queste debbano comunicare delle emozioni; realtà, quando sia questa la protagonista della storia, e finzione, quando questa riesca a regalare piccoli ma preziosi momenti di escapismo a noi tutti.
Il mio ideale potrà sembrare forse presuntuoso e fin troppo alto, annegato in un mondo di leggerezza, frivolezza e vacuità, ma sono dell’opinione che se non si abbia qualcosa di importante in cui credere e lottare, allora non valga la pena lottare affatto.
Eleonora Etna